Luci Francesi Ad Agen: Quando Lo Splendore Di Versailles Illumina La Chiesa Dei Giacobini.
Dal 5 dicembre 2025 all'8 marzo 2026, la chiesa dei Giacobini si trasforma in una macchina del tempo: 250 opere, prestiti prestigiosi e tutto lo splendore di Versailles si invitano sulle rive della Garonna per raccontare l'Agenese nel secolo dei Lumi.
Una mostra evento tra Garonna e Storia
30.000 visitatori si erano affollati per Goya nel 2019; la città di Agen va di nuovo in scena con Lumières françaises: dalla corte di Versailles ad Agen, etichettata come "Esposizione di interesse nazionale".
La scommessa? Offrire una panoramica sfavillante degli anni 1715-1789, quando l'Agenais si inserisce nella grande storia. Su uno sfondo di prosperità agricola e fluviale, il territorio funge allora da collegamento tra Bordeaux, Tolosa e Parigi.
L'esposizione promette un racconto ritmato, a misura d'uomo, dove si incroceranno tanto ritratti reali quanto le prime scintille dello spirito enciclopedico.
Dallo sfarzo di Versailles alle rive della Garonna: il racconto di un esilio sfavillante.
Tutto inizia nel 1775 con l'esilio del duca Emmanuel-Armand d'Aiguillon, ex ministro di Luigi XV. Il suo insediamento ad Aiguillon (30 km da Agen) porta con sé uno stile di vita "alla francese": concerti, teatro, collezioni pittoriche...
Il vicinato ne risulta trasformato. Gli storici stimano che in appena dieci anni, il valore fondiario locale aumenti di quasi il 15%, riflesso di un'élite che investe in palazzi privati e manifatture.
La mostra segue questo filo conduttore per spiegare come un esilio politico diventi motore culturale ed economico.
250 opere e una partnership reale
Il numero colpisce: oltre 250 pezzi, di cui una decina provenienti direttamente da Versailles, dal Louvre o dalla BnF. Quadri, busti in marmo, gouaches topografiche, mobili... la curatela associa il museo delle Belle Arti di Agen e due esperti versagliesi. Questo prestito di ampia portata rientra nella strategia nazionale di diffusione delle collezioni, ricordiamo che a Versailles solo il 10% delle 60.000 opere è esposto permanentemente. Per il pubblico di Agen, è l'occasione unica di avvicinarsi, senza prendere il TGV, al Busto di Alessandro Magno (Girardon) o al ritratto firmato Van Loo del potentissimo duca di Choiseul.
Focus sulle icone: Madame du Barry in Flora e altri tesori
Cartello dell'esposizione, il Ritratto di Madame du Barry come Flora dipinto da François-Hubert Drouais (1773-1774) attira tutti gli sguardi. Sotto le apparenze di una pastorale setosa, il quadro nasconde una dichiarazione politica: l'ex favorita di Luigi XV si mette in scena come dea-giardino, lontana dalle trame di corte. Intorno a questo pezzo centrale, il pubblico scoprirà i ritratti di Mesdames Sophie e Adélaïde, figlie di Luigi XV, così come un raro Veduta del castello di Véretz firmata Van Blarenberghe. Tanti punti di riferimento che restituiscono l'estetica rococò tardiva e il passaggio verso il neoclassicismo.
Un percorso immersivo, pensato per piccoli e grandi.
Scenografia sonora, luci soffuse, didascalie a caratteri grandi: il museo punta sull'accessibilità.
- Aperture notturne ogni giovedì fino alle 21
- Visite tattili per ipovedenti
- Laboratori per il giovane pubblico durante ogni periodo di vacanza
Le famiglie potranno anche immedesimarsi in un cortigiano attraverso giochi di ruolo intorno ai ritratti.
Secondo le previsioni di affluenza, la mostra potrebbe generare un flusso di 200.000 € di ricadute economiche per l'ospitalità e la ristorazione locali, un bel incentivo fuori stagione.
La chiesa dei Giacobini: un gioiello gotico che ne ha viste di altre.
Classificata come Monumento storico dal 1904, la chiesa dei Giacobini mostra otto secoli di turbolenze. Un tempo convento domenicano, poi caserma rivoluzionaria prima di diventare sala espositiva (1990), la nave di mattoni e pietra calcarea raggiunge i 26 metri sotto volta.
Le sue precedenti mostre di rilievo, Da Fortuny a Picasso o Goya, hanno dimostrato che il luogo può accogliere 800 visitatori al giorno senza battere ciglio.
La navata questa volta ospiterà un percorso a U, punteggiato da moduli interattivi, balaustrate sicure per i busti e un "salotto delle Lumières" che ricrea l'atmosfera di una camera delle meraviglie.
Il museo delle Belle Arti di Agen all'alba di una metamorfosi
Fondato nel 1876, situato in quattro palazzi privati, il museo chiuderà nel 2026 per tre anni di lavori. Lumières françaises rappresenta quindi una sorta di gran finale prima del cantiere. I capolavori rimarranno accessibili, ma in rotazione nella chiesa, una notizia utile per i turisti che pianificheranno un soggiorno post-2026. A lungo termine, l'istituzione mira ad un aumento della capacità del 40% e ad un percorso cronologico completamente ripensato, con in sottofondo il ruolo, assunto, dell'Agenais negli scambi atlantici del XVIII secolo.
Agen, Montesquieu e la febbre intellettuale del XVIII secolo.
A 80 km a nord, La Brède vede nascere Montesquieu nel 1689. Le sue idee sulla separazione dei poteri si diffondono rapidamente nei salotti di Agen. Nel 1776, viene fondata la Società accademica di Agen; festeggerà quindi i suoi 250 anni nel 2026. Gli archivi rivelano che un terzo dei suoi primi membri erano commercianti attivi sulla Garonna, prova di un capitalismo illuminato dove commercio e sapere procedono mano nella mano. L'esposizione presenta manoscritti, busti allegorici e piani urbanistici per testimoniare di questo fermento, annunciatore delle grandi riforme del 1789.
Animazioni, balli in maschera e museoterapia: l'arte che fa bene
Il programma intorno alla mostra punta sull'esperienza complessiva:
- Ricostruzione di un ballo in maschera (parrucche cipriate obbligatorie!)
- Concerto inedito a partire dalla biblioteca musicale di Aiguillon
- Buffet dolce-salato ispirato alle ricette di Carême, pasticciere della corte
- Sessioni di museoterapia con arteterapeuta, una novità nel Lot-et-Garonne
Di che prolungare la visita con un momento sensoriale e, perché no, slow.
Gli studi mostrano che una sessione culturale di 90 minuti riduce del 25% il livello medio di cortisolo, argomento di salute irrefutabile per convincere i più scettici.
Informazioni pratiche: preparate la vostra visita senza intoppi.
Date: 5 dicembre 2025 al 8 marzo 2026
Orari: tutti i giorni 11:00-19:00 (eccetto il 25 dic. e 1° gen.)
Tariffe: 12 € intero, 6 € ridotto, gratuito sotto i 10 anni
Guide: 15 € adulto, 8 € ridotto, prenotazione consigliata
Accesso: Chiesa dei Giacobini, via Richard-Cuor-di-Leone. La stazione ferroviaria SNCF è a 12 minuti a piedi; parcheggi Gravier & Giacobini nelle vicinanze.
Si consiglia di prenotare i vostri slot per le visite guidate online: la capienza è limitata a 20 persone per preservare il comfort della lettura e... la delicata doratura delle cornici Luigi XVI.
Perché puntare sull'inverno per scoprire Agen?
Gennaio-febbraio rappresentano solitamente la bassa stagione turistica del Sud-Ovest; gli alberghi registrano tassi di occupazione intorno al 45%. Con Lumières françaises, l'Ufficio del turismo conta su un +18% di pernottamenti. Un altro vantaggio: le specialità gastronomiche (prugne IGP, vini di Buzet) si gustano meglio davanti al fuoco. Abbinare la mostra a un circuito slow food offre un soggiorno equilibrato, lontano dalla densità estiva, supportando al contempo un'economia locale che impiega il 12% della forza lavoro attiva.
Una posta strategica per il territorio
Secondo Atout France, ogni euro investito in una grande esposizione genera in media 4 € di entrate collaterali. La città di Agen, la Regione Nuova Aquitania e i mecenati privati puntano quindi in alto, con un budget di circa 1,8 M €. L'obiettivo a malapena celato è posizionare la destinazione sulla mappa del city-break patrimoniale a meno di due ore da Bordeaux o Tolosa. Un test su larga scala prima del 2026, anno in cui il museo chiuderà e... la fiamma olimpica riaccenderà ovunque il desiderio di cultura francese.
Nota Bene: Illuminismo, rococò e neoclassicismo, cos'è tutto questo?
Il rococò (1720-1760) si riconosce per le sue curve sinuose, i suoi pastelli e le sue scene galanti. Il neoclassicismo (a partire dal 1760) gli preferisce l'ordine e il riferimento all'Antico, stimolato dagli scavi di Pompei.
Tra i due? Un periodo cardine che l'esposizione illustra magnificamente. Quanto al termine "Illuminismo", non si riferisce alle lampade ma all'idea di ragione: illuminare le menti attraverso la scienza, la filosofia e... le arti.
Una sfumatura utile per apprezzare appieno ogni sala.


